La Storia

Il toponimo Prata di Pordenone deriva dal latino pratum (pl. prata) e indica la vastità del territorio probabilmente ricoperto in antichità da prati. La storia di Prata si identifica con la famiglia dei conti omonimi che l’ebbero in feudo.

Le prime notizie certe relative a questa famiglia risalgono al 1112 , anno in cui nelle fonti documentarie viene citato Gabriele I da Prata. Gli successe il figlio Guecelletto. I suoi figli furono Gabriele II e Federico, che fu capostipite del casato di Porcia. 

Nel 1220 Gabriele II si alleò coi vescovi di Feltre e Belluno e per questo fu attaccato dai Trevisani i quali distrussero i castelli di Brugnera e di Prata. Ebbe tre figli tra i quali Guecello II che nel 1224 ebbe dal patriarca Bertoldo l’investitura dei feudi aviti ed è quasi certo che le ville soggette alla sua giurisdizione fossero circa trentacinque. 

Dal 1247 al 1249 Guecello II fu podestà di Padova e intimo di Ezzelino da Romano , il quale nel 1250 tentò di occupare il Friuli dopo essersi assicurato l’appoggio di altri nobili, fra cui il da Prata. Nel 1251 il nuovo patriarca Gregorio di Montelongo ristabilì il potere patriarcale. Nel 1259 Ezzelino morì e Guecello II, vistosi perduto, stese procura ai suoi figli Gabriele e Guecelletto affinché trattassero la pace con il Patriarca.

Le condizioni furono piuttosto onerose in fatto di cessione di territori e indennità di guerra ma il prestigio e la potenza dei da Prata rimasero comunque alti. Nel 1316 un furioso incendio distrusse l’abitato di Prata e danneggiò gravemente il castello e altri edifici . Da ultimo occorre ricordare Guglielmino da Prata che fu protagonista nelle controverse vicende che nel Quattrocento agitarono la vita della Chiesa cattolica.

In quel tempo erano assai accese le lotte fra papi e antipapi e Guglielmino , in accordo con la Comunità cividalese, i Porcia, i Valvasone, gli Spilimbergo e i Polcenigo ma contro il patriarca Panciera e i Veneziani, appoggiò Gregorio XII deciso a tenere un Concilio in opposizione a quello di Benedetto XIII . Quale sede del Concilio fu scelta Cividale e prima di raggiungerla Gregorio XII fu ospite di Guglielmino nel castello di Prata. 

Il Concilio, apertosi nel 1409, fu concluso assai in fretta per il timore che Cividale fosse assalita , mentre i sostenitori del patriarca Panciera devastavano i dintorni di Prata e Porcia. Antonio Panciera tentò di far desistere Guglielmino dalla lotta intrapresa, ma invano. Nel frattempo il da Prata stipulò con Venezia un patto decennale di reciproco aiuto, che però sciolse poco più di un anno dopo. Intanto Venezia si apprestava ad occupare il Friuli e fra il 1418 e il 1420 quasi tutto il territorio fu nelle sue mani. 

I da Prata rimasero tenaci avversari dei Veneziani , ai quali inflissero nel 1419 una pesante sconfitta . Poco dopo però le truppe della Repubblica marciarono su Prata, devastando l’abitato e il castello, che fu distrutto dalle fondamenta. Guglielmino e gli altri esponenti della famiglia si recarono in esilio e si estinsero qualche decennio dopo. La contea di Prata fu investita dalla Repubblica Veneta alla famiglia Floridi di Spilimbergo. Dell’antico insediamento fortificato non è rimasto nulla. 

Prata di Pordenone fa parte della cosiddetta "zona del mobile", che in pochi anni ha visto radicalmente trasformare la propria economia da agricola e artigianale a industriale , basata prevalentemente sul settore del mobile e sui comparti ad esso collegati. 

Le notizie citate sono tratte da : Enciclopedia dei Comuni d’Italia: il Friuli-Venezia Giulia paese per paese, 3, Firenze, Bonechi, c1985, 151-153, Tito Miotti, Castelli del Friuli: feudi e giurisdizioni del Friuli occidentale, 4, Udine, Del Bianco, 1980, 285-288 e Centro Regionale di catalogazione e restauro di Villa Manin di Passariano (UD). Schede n. 48836 (1990), 48837 (1990), 54392 (1990), n. 60670 (1992), n. 60673 (1992), 60674 (1992).